Uno dei rischi più prominenti nel praticare lo shibari consiste nella compressione nervosa.
Posizioni restrittive o la pressione della corda in aree vulnerabili del corpo del/la bottom possono causare infiammazioni e perdita funzionale ai nervi.
Come si riconosce una compressione nervosa
I sintomi di una compressione nervosa spaziano da una qualsiasi sensazione neurologica anormale—parestesia, intorpidimento, bruciore, formicolio, etc.— a una completa perdita di capacità motoria dell’aera innervata. Questi sintomi potrebbero scomparire in poche ore, in alcuni mesi o, nei casi più gravi, essere permanenti.
Una compressione nervosa si manifesta all’improvviso. Più a lungo l’area vulnerabile viene compressa, più il danno si aggraverà e più lunghi saranno i tempi di recupero.
Le aree maggiormente suscettibili a compressione nervosa nello shibari
Localizzare le aree vulnerabili è complesso, perché variano da persona a persona. Per questa ragione, t’invito a prendere i dettagli anatomici di questo articolo come indicativi e a integrarli con libri di anatomia, corsi, modelli anatomici tridimensionali e, idealmente, con il supporto diretto di un/a professionista.
I nervi suscettibili a compressione nervosa nello shibari sono localizzati in tre aree principali:
- braccia
- bacino
- gambe
Braccia
I nervi principali vulnerabili nelle braccia sono:
- il radiale
- il mediano
- l’ulnare
Ci sono moltissime legature tradizionali dello shibari che coinvolgono braccia e polsi.
Data l’abbondanza di punti vulnerabili in quest’area, la compressione nervosa, qui, è un rischio prominente. Per questa ragione, è imprescindibile che tu prenda molto seriamente lo studio dell’anatomia di questa zona e che tu sappia identificare con precisione le zone a rischio nelle braccia del/la tu@ bottom.
La prima area vulnerabile che incontriamo nel braccio è l’ascella, dove il plesso brachiale è esposto e dove alcune legature tradizionali, come il gote, spesso contemplano l’uso di un kannuki.
Subito più in basso, nella parte interna del braccio, dal plesso brachiale si ramificano esposti il radiale, il mediano e l’ulnare. Nodi o corde sporgenti, associati a posizioni restrittive, possono comprimere questi nervi in quest’area.
Un po’ più giù, il radiale si avvolge attorno a grosso modo la metà dell’omero, avvicinandosi all’osso, ed emerge tra la testa laterale del tricipite e il brachiale.
In generale, da più o meno metà dell’omero, tutti e tre i nervi considerati tendono a emergere e a correre sempre più vicini a ossa e legamenti nell’area del gomito. Per questa ragione, come regola generale, tutta quest’area è da considerarsi vulnerabile, sia da una parte della giuntura che dell’altra.
Presta particolare attenzione al percorso del nervo radiale lungo l’avambraccio, perché è abbastanza vulnerabile lungo gran parte del tunnel radiale.
All’altezza del polso, dalla parte del pollice, il radiale emerge prominentemente, dove il radio s’allarga, e da qui va a innervare parte della mano.
L’indentatura del polso, in questa zona, è un’area particolarmente vulnerabile.
Anche dall’altra parte, quella del mignolo, il nervo ulnare è particolarmente esposto.
L’area del tunnel carpale, se compressa, può pizzicare il nervo mediano.
Dati i vari punti vulnerabili nell’area del polso, è realmente importante conoscerne l’anatomia, quando lo si lega.
Una compressione del radiale può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni neurologiche anormali nella zona indicata nella foto
- impossibilità a sollevare la mano estendendo il polso
- impossibilità a raddrizzare l’indice e il medio
- impossibilità a estendere il pollice
Una compressione del mediano può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni neurologiche anormali nella zona indicata nella foto
- impossibilità ad allontanare il pollice dal resto della mano o a muoverlo attraverso il palmo
- difficoltà a flettere il polso, l’indice, il medio e l’anulare
Una compressione dell’ulnare può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni
neurologiche anormali nella zona indicata nella foto - debolezza nell’anulare e nel mignolo o, anche, impossibilità a estenderli
Per accorgerti prontamente di una possibile compressione, puoi eseguire questo semplice test: tocca il polpastrello del pollice con la punta di ogni dito ed estendi il pollice come se dovessi fare il gesto del pollice verso. Se non riesci a eseguire uno dei movimenti, è probabile che tu abbia un nervo compresso.
Bacino
I nervi principali vulnerabili nel bacino sono:
- il femorale laterale cutaneo
- il femorale
Il femorale laterale cutaneo diventa vulnerabile sul margine frontale della cresta iliaca. In alcune persone, questo nervo addirittura passa sotto al legamento pelvico. In questi casi, è possibile provocare una compressione anche semplicemente schiacciando il legamento pelvico che, spostandosi, comprime il nervo sulla cresta iliaca.
Un altro nervo al quale prestare attenzione in quest’area è il femorale, che diventa vulnerabile nell’area frontale del bacino all’attaccatura delle gambe al torso.
Una compressione del femorale laterale cutaneo può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni
neurologiche anormali nella zona della gamba indicata nella foto
Una compressione del femorale può provocare:
- difficoltà e debolezza nell’estensione del ginocchio
Gambe
I principali nervi vulnerabili sulle gambe sono il peroneo e il tibiale.
Il peroneo è vulnerabile sulla testa della fibula, dove corre vicino alla superficie e vicino all’osso stesso, e sul collo del piede.
Una compressione del peroneo può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni
neurologiche anormali nella zona indicata nella foto - difficoltà o impossibilità nel flettere la caviglia
Il tibiale è vulnerabile nell’incavo del ginocchio.
Una compressione del tibiale può provocare:
- solletico, intorpidimento, formicolio, parestesia o altre forme di sensazioni
neurologiche anormali alla pianta del piede - difficoltà o impossibilità nell’estendere la caviglia
Ridurre il rischio di compressione nervosa
Conosci l’anatomia delle aree che vuoi legare
È importante che tu conosca dove si trovino i punti vulnerabili dell’area che vuoi legare, per poterli evitare.
- ascella: inadatta a sostenere oggetti sporgenti quali nodi, giunzioni, corde accavallate o a sopportare un carico in sospensione
- parte interna del braccio: inadatta a sostenere oggetti protrusi quali nodi, giunzioni, corde accavallate o legature strette
- metà inferiore del braccio: area dove comunemente si verificano compressioni del radiale, inadatta a sopportare carchi o legature strette
- giuntura del gomito: i principali nervi del braccio vi corrono senza protezione, inadatta a sopportare carchi o legature strette
- tunnel radiale: il radiale è vulnerabile: fai attenzione
- indentatura interna del polso: il radiale diventa sempre più vulnerabile man mano che si avvicina a questo punto
- indentatura esterna del polso: l’ulnare diventa sempre più vulnerabile man mano che si avvicina a questo punto
- interno del polso: premere direttamente sul tunnel carpale può facilmente comprimere il mediano
- margine frontale della cresta iliaca: compressione diretta del femorale laterale cutaneo o del legamento pelvico su di esso può provocare compressione
- attaccatura delle gambe al bacino: la pressione di corde sporgenti quali nodi, giunzioni, corde accavallate o peso eccessivo in quest’area possono comprimere il nervo femorale
- ginocchio, attorno alla testa della fibula: legature strette e carichi elevati in quest’area possono comprimere il peroneo
- incavo del ginocchio: nodi, frizioni od oggetti protrusi in quest’area possono comprimere il tibiale
- collo del piede: legature strette e compressione diretta in quest’area possono comprimere il peroneo
Conosci i sintomi e comunica efficacemente
Una compressione nervosa non si manifesta in alcun modo se non nelle sensazioni del/la bottom. Pertanto, il/la bottom è l’unica persona che può segnalare il problema. Per questa ragione, il/la bottom deve essere consapevole di quali siano i sintomi ai quali prestare attenzione e deve essere in grado di comunicarne tempestivamente l’occorrenza.
Se sei bottom, informati approfonditamente in merito, perché la sicurezza è anche compito tuo.
Se sei top, spiega al/la bottom cause, rischi e sintomi di una compressione nervosa ed esigi di esserne informat@ immediatamente, dovessero apparire.
I sintomi sono improvvisi, localizzati e possono comprendere ogni possibile sensazione neurologica, quali:
- intorpidimento
- parestesia
- formicolio
- caldo
- freddo
- scosse elettriche
- dolore
- etc.
Ricorda: più lasci un’area vulnerabile compressa, più grande sarà il danno e più lungo sarà il recupero.
Conosci la specifica anatomia del/la bottom
Quando leghi una persona, assicurati di aver prima localizzato ogni area vulnerabile nelle zone che intendi legare. Tasta la muscolatura e picchietta con un dito le aree: quando stimolati in questo modo, alcuni nervi inviano un impulso alle aree innervate.
Tieni a mente che il diabete incrementa il rischio di compressione nervosa.
Usa le corde correttamente
Stendi le corde applicando pressione uniforme, specialmente nelle legature dalle quali intendi sospendere, per distribuire al meglio il carico.
Evita che le corde si torcano o si sovrappongano, con particolare attenzione alle aree più vulnerabili.
Calibra la severità delle posizioni in funzione delle capacità del/la bottom, perché alcune posture—come ebi o strappado, per esempio—possono causare compressione nervosa da sé, senza bisogno che ci siano corde a premere in punti critici.
Cosa fare in caso d’incidente
Se sospetti una compressione nervosa, la primissima cosa da fare è rimuovere le corde che comprimono il nervo nel modo più veloce che puoi in sicurezza: ricorda che la compressione nervosa peggiora in funzione di quanto tempo lasci l’area vulnerabile compressa.
Se sei tu che hai legato, consiglia al/la bottom di non fare stretching, comprimere o cercare di “scrollarsi di dosso” la sensazione d’intorpidimento, come verrebbe da fare in caso di restrizione della circolazione sanguigna, perché questi gesti potrebbero peggiorare il danno.
Normalmente, una compressione nervosa guarisce da sé, anche se lentamente. Per questa ragione, una volta eliminata la causa della compressione nervosa, non c’è più molto da fare, a parte tenere l’arto interessato a riposo e prendere anti-infiammatori, se è necessario gestire dolore.
Normalmente, se non si sospettano danni più gravi, non è necessario recarsi al pronto soccorso. Una visita al medico di base potrebbe essere utile ma di certo non urgente.
Corso di sicurezza nello shibari - Appunti

Articoli di supporto e approfondimento al corso di sicurezza nello shibari che regolarmente si tiene a Treviso presso lo Shibari Loft. Questa serie di articoli approfondisce le tematiche affrontate nel corso di sicurezza nello shibari, esplorando a uno a uno i maggiori rischi che si corrono praticando shibari, analizzando cause, delineando strategie di prevenzione e suggerendo come comportarsi in caso d’incidente.
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