Nell’articolo precedente di questa serie, abbiamo visto che il consenso genuino è:
- affermativo
- certo
- dato liberamente
- dato in condizione di capacità
- informato
- chiaro
- specifico
- in corso
- revocabile
In questo articolo, cercherò di delineare un approccio alla negoziazione che ti aiuti a fare in modo che tutte queste caratteristiche siano presenti nel consenso che ci scambiamo.
Negoziare eticamente
Il reale obiettivo di ogni negoziazione è stabilire e condividere reciprocamente cosa tutti/e i/le partecipanti necessitino, desiderino e quanto di tutto ciò sia terreno comune.
L’errore metodologico più grande che si può fare in un negoziato è approcciarlo come se fosse un momento nel quale ottenere qualcosa che l’altr@ non è disposto a dare.
La sessione che andrai a negoziare deve essere soddisfacente per ogni persona coinvolta e mantenersi nel perimetro di ciò che sono disposte a fare.
Una negoziazione etica deve mettere in luce per tutti/e cosa ogni singola persona necessiti, cosa quella persona desideri e quanto di tutto ciò sia condiviso e consentito durante quella sessione.
Prima d’iniziare
Se hai assunto droghe, se sei ubriac@ o se sei per altri motivi in uno stato di coscienza alterato, non ti accostare a una sessione, perché il tuo consenso non sarebbe dato in condizioni di capacità, e non saresti nemmeno in grado di stimare il rischio che correresti.
Se sei sobri@, domandati se tra te e la persona con la quale intendi negoziare sussista una qualche sperequazione di potere:
- è l’ultim@ arrivat@ e tu sei il/la rigger più in vista della comunità?
- sei il/la su@ datore/trice di lavoro o tra voi sussiste un rapporto professionale sbilanciato?
- fa parte di un gruppo sociale discriminato?
- ha nei tuoi confronti dei debiti di denaro, di gratitudine o, comunque, ha ragioni per sentirsi in dovere nei tuoi confronti?
- è innamorat@ di te e, pur di starti vicin@, sarebbe dispost@ a fare di tutto?
- sei la persona che organizza l’evento al quale state partecipando o, comunque, sei nella condizione di escluderl@ dalla vita della comunità?
Questi sono solo alcuni esempi di come una preesistente dinamica sociale possa inquinare il consenso. È importante che tu ti renda il più possibile consapevole delle dinamiche sociali che giocano un ruolo, durante una negoziazione, e che tu possa onestamente valutare se tu sia in grado di neutralizzarle.
Se sei sobri@, se la persona con la quale intendi avere una sessione è sobria e se pensi di riuscire a neutralizzare le pressioni sociali e interpersonali che tra voi intercorrono, allora puoi procedere.
Creare un contesto nel quale il consenso sia dato liberamente
Affinché il consenso sia dato liberamente, si deve creare una dinamica umana e sociale in cui sia chiara e intimamente assorbita la convinzione che sia possibile dire di no e che per quel “no” non si subirà alcuna conseguenza negativa.
Ci sono tanti fattori che influenzano la libertà di negare il consenso e neutralizzarli tutti è difficile. Per questo, t’invito a riflettere molto attentamente su questo particolare aspetto del consenso e a tenerlo ben presente in ogni momento della tua negoziazione.
In particolare, rifletti su come poter rendere più facile all’altra persona poter dire di no. Questo perché, se vogliamo scambiarci consenso, preferiremo che una persona ci dica di no anche se una cosa le potrebbe andare, piuttosto che ci dica di sì per poi trovarci a fare una cosa che non piacerebbe a lei e, di conseguenza, nemmeno a te. Avrete altre occasioni per esplorare gesti e pratiche più delicati.
Per rendere l’altra persona libera di dire di no ci sono molte valide opzioni.
Quella che fra tutte considero più efficace consiste nel non chiedere consenso su qualcosa, ma esprimere un desiderio e lasciare che l’altra persona vi aderisca attivamente.
Per esempio, se chiedi: “Posso legarti i capelli?” poni l’altra persona in una posizione passiva e, se esiste una pressione, per quella persona sarà più difficile dire di no. Mentre, se dici: “Mi piacerebbe legarti i capelli.”, l’altra persona non ha nemmeno la necessità di dirti di no, perché non le è stato chiesto nulla. L’assenza di consenso affermativo è già un no.
Siccome il consenso deve essere esplicito e affermativo, l’altra persona, se lo desidera, potrà risponderti: “Sì, vorrei che lo facessi”, aderendo attivamente alla tua proposta e rendendo il processo di scambio del consenso più paritario e interattivo. Nel caso non volesse che le venissero legati i capelli, non dovrebbe nemmeno dire di no.
Un no deve essere sempre rispettato. Insistere nel chiedere una pratica dopo aver ricevuto un no inquina questo aspetto del consenso: insistere rende dire di no più difficile.
Ricevi un no con la stessa grazia con la quale riceveresti un sì.
Assicurarsi che il consenso sia informato
Quando conduco una negoziazione, di solito, inizio con il valutare se l’altra persona sia informata dei rischi principali che correremo durante la sessione.
In particolare, come rigger, specifico che durante una sessione di shibari si corre il rischio di:
- subire una paralisi permanente dal collo in giù
- avere un arto inservibile anche per molti mesi o permanentemente
- riportare segni di corda anche permanenti
Poi mi assicuro che l’altra persona sia consapevole della natura e della gravità di questi rischi e m’informo se sia disposta a correrli.
Poi, siccome anche il mio consenso conta e anche il mio consenso deve essere informato, m’informo sullo stato di salute del/la bottom, chiedendo se assuma farmaci, se faccia uso di potenti anticoagulanti, se abbia avuto problemi a nervi e giunture, se sussistano condizioni di salute che potrebbero aumentare il rischio.
Man mano che la negoziazione si sviluppa e si discute di possibili pratiche, se esistono rischi specifici, li esplicito e m’assicuro che l’altra persona sia disposta a correrli.
Il/la bottom, dal canto suo, se non conosce il/la rigger, potrebbe sfruttare questo momento per saggiarne la preparazione in materia di sicurezza, per esempio, informandosi su come intenderà minimizzare questi rischi, chiedendogli/le di mostrargli/le le forbici o valutando lo stato di usura delle corde che usa.
Shibari Loft organizza regolarmente workshop sulla sicurezza nello shibari, che sono molto utili da questo punto di vista.
Scambiare consenso affermativo, certo, chiaro e specifico
Se nella sessione che stai negoziando desideri compiere o ricevere dei gesti che sai essere particolarmente intimi o rischiosi, è utile che lo espliciti e che tu ottenga o manifesti consenso affermando cosa desideri in modo chiaro e specifico.
Non usare metafore o comunicazione fraintendibile, quando dai o chiedi consenso.
Preferisci una comunicazione diretta ed esplicita sia per chiedere che per dare consenso.
I seguenti gesti, in particolare, devono essere esplicitamente negoziati e acconsentiti nel modo più dettagliato possibile:
- interazioni di natura erotica
- gesti di natura sadistica
- posizioni o transizioni rischiose
- posizioni o transizioni che potrebbero spaventare, come drop lift, inversioni o il far roteare in sospensione
- esposizione di nudità
L’oggetto del consenso deve essere delineato nel modo più preciso possibile.
Utilizzare deliberatamente una comunicazione ambigua per poi approfittarne sarebbe un gesto contrario all’etica che dovrebbe ispirare le nostre interazioni.
Per esempio, se un/a rigger dicesse a un/a bottom con il/la quale sta negoziando una scena: “Vorrei toccarti”, commetterebbe un errore, perché nello spettro del toccare rientrano molte cose, dal toccare un braccio per sistemare una corda a un insistente maneggiare i genitali.
Per questa ragione, è necessario esplicitare i propri desideri in modo molto chiaro e specifico.
Spesso, per eseguire determinate legature, bisogna toccare il torace al/la bottom. Per questo bisogna esplicitare questa necessità, in particolare alle persone che hanno il seno. È necessario specificare anche se si desideri che quel contatto col seno sia solo il minimo indispensabile per eseguire la legatura o se lo si voglia trasformare in qualcosa di più sensuale.
L’assenza di un no non è consenso, perciò non implicare mai che ci sia solo perché non è stato detto di no. Il consenso si esprime soltanto con un sì o con parole e gesti equivalenti.
Da bottom, esprimilo sempre, quando intendi darlo, e da top considera consentiti solo i gesti per i quali ti è stato affermato consenso.
Non cercare d’interpretare una comunicazione ambigua. Se non sei sicur@ del consenso ricevuto, chiedi.
Una considerazione importante sulla condizione di capacità ad acconsentire
Al di là di alcol e sostanze psicotrope, è importante notare che una persona nel bel mezzo di una sessione di shibari potrebbe non essere in grado di acconsentire per via della particolare condizione psicologica e neurochimica in cui si trovi in quel momento.
Per questa ragione è necessario negoziare la sessione prima di cominciarla.
Se hai dimenticato di chiedere consenso su qualcosa e te ne ricordi durante la sessione, non chiederlo a sessione iniziata, perché la capacità del/la bottom potrebbe essere compromessa.
Consenso in corso e revocabile
Un consenso genuino non è simile a un contratto firmato e non rescindibile, ma è più simile a un dialogo in corso.
Negozia ogni sessione e non dare il consenso per scontato solo perché sussisteva in una sessione precedente, perché le cose che vanno bene oggi potrebbero non andar più bene domani.
Inoltre, ricorda che il consenso può essere revocato in qualsiasi istante e senza doverne spiegare la ragione.
Se il consenso viene revocato, la tua prima preoccupazione deve essere interrompere la sessione il più presto possibile.
Revocare il proprio consenso è un diritto che si può esercitare in qualsiasi momento.
Ricordati che non hai alcuna voce in capitolo, quando si tratta del sentire altrui e le ragioni che chi ha praticato con te ti darà, se riterrà di farlo, saranno sempre e comunque da considerarsi valide. Se una persona ha ritirato il proprio consenso, accogli le sue ragioni senza giudicarle, ma cercando solo ed esclusivamente di ascoltare, comprendere ed empatizzare.
Se una persona cercherà di spiegarti la ragione per la quale ha interrotto una scena, accogli questo gesto con gratitudine, perché potrebbe essere un gesto che ti aiuterà a migliorarti.
Ci sono molti modi per revocare il consenso. Stabilire un efficace canale comunicativo e funzionali modalità di comunicazione, dei quali parleremo in un prossimo articolo, oltre a migliorare altri aspetti della sessione, è anche utile per rendere il consenso revocabile.
Un altro modo molto efficace di revocare il proprio consenso o assicurarsi che quello altrui sia ancora in corso consiste nell’utilizzare safeword e safe signal. Nel prossimo articolo esaminerò questi imprescindibili strumenti, li illustrerò e spiegherò come, quando e perché usarli.
Negoziare una sessione di shibari

Prima di fare shibari / kinbaku con un’altra persona, è necessario discutere di alcuni aspetti critici riguardanti ciò che sarà la vostra interazione. Per questa ragione, per praticare è imprescindibile imparare a negoziare una sessione di shibari al meglio.
- Negoziare una sessione di shibari – Segni di corda sul corpo
- Negoziare una sessione di shibari – Sicurezza
- Negoziare una sessione di shibari – Safeword e safe signal
- Negoziare una sessione di shibari – Scambiarsi consenso
- Negoziare una sessione di shibari – Caratteristiche del consenso
- Negoziare una sessione di shibari – Introduzione
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